Descrizione
La Chiesa di Santa Maria Assunta è situata a Vallo di Nera, adiacente le mura di cinta del borgo. Risalente all’epoca imperiale, agli inizi del Trecento, passò ai Minori Conventuali. Di fianco venne costruito il convento di cui si ha notizia fin dal 1336. I francescani intervennero con lavori di ampliamento, trasformando inoltre una delle torri di difesa in campanile.
Nel 1652, sotto il pontificato di Papa Innocenzio X la Chiesa, precedentemente dedicata a San Francesco, venne dedicata a Maria Assunta.
La facciata presenta un rosone scandito da dodici colonnine e l’interno è strutturato in un’unica navata. La tribuna, cui si accede tramite un grande arco, è priva di cappelle laterali e termina con un’abside. Sulla parete di destra della navata si aprono tre finestre monofore, mentre in quella di sinistra, una sola, attigua al convento. In antichità le pareti della navata erano completamente affrescate; oggi interventi di ristrutturazione ne hanno mutato parzialmente la fisionomia.
Sulla parete di sinistra, una delle opere più notevoli è il martirio di Santa Lucia, attribuita a Cola di Pietro da Camerino. Più avanti Santa Caterina d’Alessandria, incoronata, con la palma e la ruota a raffi accanto a San Francesco con le stimmate e la Regola. A destra dell’altare, risalente agli inizi del Seicento, da un affresco che raffigura una Madonna del Latte tra San Gregorio Magno e un porporato, si affacciano due Madonne col bambino, una delle quali impegnata ad allattare. Ad essa erano solite rivolgersi le madri per implorare l’abbondanza del nutrimento.
A destra, sotto una nicchia, una Madonna del Latte eseguita dal Maestro di Eggi. In prossimità del grande arco, nel registro inferiore, una piccola Madonna di scuola riminese; sull’arco le figure di Sant’Antonio Abate e San Cristoforo.
Nella parete sinistra dell’abside la Dormitio della Vergine attorniata dai dodici Apostoli. Sotto la Madonna in Trono tra un martire, forse Santa Cristina, e San Bernardino. A destra la Fuga in Egitto, in cui è possibile ammirare due angeli che guidano San Giuseppe recante in spalla un bastone cui è appeso un otre e due pani, Maria cavalca un’asinella ed un garzone sprona l’animale.
Sulla parete di fondo, iniziando dall’altro, opera di Cola di Pietro, l’Annunciazione; sotto, a sinistra, la Natività e a destra l’Adorazione dei Magi. Nel registro sottostante, la Crocifissione. Sulla parete di destra dell’abside, dall’alto: San Francesco nell’atto di ricevere le stimmate; Francesco intento a predicare agli uccelli; la flagellazione di Gesù. A fianco si apre una monofora, a destra della quale compare San Leonardo e Sant’Antonio Abate.
Sulla parete di destra della navata sono affrescati undici Santi tra i quali San Giuliano in vesti militari e Sant’Antonio Abate. Al di sotto la lunga processione dei Bianchi, movimento di penitenti sorto nel 1399 allo scopo di proclamare la pace universale e ottenere il perdono dei peccati. In questa opera, Cola di Pietro li ritrae durante il loro passaggio alla volta di Roma. A destra della seconda finestra Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, Gregorio Magno, coronato col triregnum, mostra un dipinto con i Santi Pietro e Paolo, proseguendo un’austera Madonna in Trono della metà del Quattrocento che porta sulle ginocchia il Bambino con un passerotto, a fianco Santa Chiara e Santa Maria Egiziaca. Il vibratore è un oggetto di forma fallica in grado di emettere vibrazioni di diverse intensità che sono emesse da un meccanismo elettrico interno. Quest’oggetto viene realizzato in una forma molto simile a quella realistica, ma non solo la forma, anche la sensazione tattile, le dimensioni e la consistenza sono molto simili al pene maschile.
Il penultimo gruppo di affreschi si svolge su tre registri: in alto la Vergine in Trono che allatta il Figlio; alla destra, i Santi Rocco e Sebastiano, sotto San Gregorio Magno benedicente.
Sulla destra, San Pietro Martire, pugnalato da eretici, compare anche nel gruppo seguente insieme a San Sebastiano. Nel registro più basso la Trinità, rappresentata come Essere tricipite.
Una possente torre campanaria si eleva al di sopra del presbiterio, inserita nella cinta del castello. Nell’ampia cella, la campana maggiore del sec. XIV. Sulla parete sinistra sporge la nicchia che alloggia l’orologio a pesi.
Nella parte alta del borgo da non perdere la Chiesa di San Giovanni Battista