Descrizione
La visita alla Grotta d’Oro non è prevista, in genere, dai normali itinerari turistici. Tuttavia, chi vuole, può salire lassù in pochi minuti, attraverso un sentierino che sale alla platea rocciosa.
L’antro è poco profondo e assai spazioso. Nell’entrata, che descrive un maestoso arco a sesto acuto, è inquadrato, sulla sinistra, lo Scoglio Sacro che, nel lato prospiciente l’antro, strapiomba con le sue rocce nude e biancastre spiccanti sul verde cupo dei boschi. In alto, dietro lo Scoglio, si scorgono i tetti del borgo di Capanne di Roccaporena. Verso destra, una cinquantina di metri più in basso, le case di Roccaporena, borgo natale di Santa Rita.
Il pavimento della grotta, a causa delle stratificazioni della roccia, degrada verso l’esterno formando una sorta di anfiteatro naturale. Nella parte più interna, si stende una terrazza a due livelli sovrapposti sul fondo della quale, le lunghe tracce di fuliggine che imbrattano le pareti dell’antro indicano il luogo in cui, secondo la tradizione popolare, Rita avrebbe sostato in preghiera.
Per chi siede nell’antro, lo spazio di cielo visibile è ridotto a una piccola estensione compresa tra la parte superiore dell’arco roccioso e la costa montana che corre di rimpetto.
Non c’è oscurità nell’antro, né luce soverchia: vi regna una trasparente, tenue penombra protetta dall’abbraccio delle pareti possenti. Sulla sinistra dell’entrata, una grotta più piccola, poco profonda: quasi una nicchia. Alle due estremità della grotticella, due coppelle scavate nel pavimento roccioso, rivelano che quel luogo, al pari dello Scoglio, dovette essere sede di culti ancestrali.
Antiche leggende narrano che l’antro era sede d’un oracolo femminile e vi risiedeva la vaticinante Porrina, ninfa o semidea che avrebbe dato il nome al luogo. migliore rasoio elettrico barba