La Chiesa di San Giovanni Battista, parrocchiale, si trova nell`abitato di Manigi, frazione del Comune di Cascia, alle pendici dei modesti rilievi che separano questa zona del casciano dalla parte meridionale del Piano di Santa Scolastica, al quale era collegata attraverso mulattiere.

L`abitato viene citato nel Regesto come località donata all`Abbazia farfense nel 1077. Nelle antiche carte viene annotato con il nome “Mavisio, Mivisio, Magnisio, Manisio”.

La Chiesa di San Giovanni Battista, eretta nel 1460, è a navata unica coperta da volte a capriate. La sagrestia, probabilmente l`antico oratorio, conserva l`intera decorazione a fresco (1482). La parte superiore degli affreschi è molto deteriorata a causa del crollo del soffitto, ora ripristinato. Nella parete di fondo, in un secondo registro, è dipinta la Crocifissione tra l`Addolorata e San Giovanni Evangelista (1482) e più lontano S. Caterina d`Alessandria e S. Elena con la croce rinvenuta.

La parte superiore fu, come accennato, danneggiata dal crollo di una volta e dall`abbassamento del tetto a travatura a vista. Nella sezione inferiore invece, che abbraccia tutte e tre le pareti, corre un finto porticato ad archi trilobati poggianti su esili colonne, nei cui fornici sono dipinte 14 immagini di Santi con i rispettivi nomi scritti in lettere gotiche nella fascia sottostante. Nella parte sinistra si scorge S. Simone, S. Mattia, S. Tommaso, S. Bartolomeo, S. Giacomo Maggiore e S. Andrea. Nella parete di fondo, ai lati della Madonna in trono col Bambino sono raffigurati S. Paolo, San Giovanni Battista, S. Pietro e S. Giovanni Evangelista. Nella parete destra la serie è interrotta da una monofora strombata nella cui imbotte è dipinto il Trigramma di Cristo e negli strombi laterali S. Benedetto e S. Scolastica (che dimostrano l`ascendenza benedettina di questo antico oratorio).

Nel portichetto che continua si affacciano le figure di S. Matteo, S. Giacomo Minore e S. Filippo; la Madonna dal suo trono angoloso ancora gotico, come gli altri Santi, guarda accigliata. L`analisi delle particolarità stilistiche rivelano un pittore locale nursino influenzato sia da Nicolò da Siena sia dallo stile marchigiano; è opera della prima generazione degli Sparapane che hanno riempito in quegli anni le pareti delle Chiese nursine e campiane (scuola ancora goticheggiante senza alcun influsso della corrente allora imperante in Umbria). Il pittore anonimo dovrebbe essere Antonio di Giovanni Sparapane da Norcia.

Manigi possedeva anche una croce astile del Duecento, in lamina di rame dorato lavorata a sbalzo su armatura lignea, con formelle trilobate adorne di globuli con costa rilevata accompagnata da puntini. Il Crocifisso mantiene caratteristiche bizantineggianti rivelate dagli occhi aperti del Cristo (Cristo vincitore sulla morte), le costole marcate e i piedi sovrapposti innaturalmente di profilo. In alto è un Angelo orante, ai lati l`Addolorata e S. Giovanni, in basso il teschio sul monte Calvario. Nel verso, al centro è sbalzato entro mandorla S. Nicola di Bari e, nelle formelle, i simboli apocalittici degli Evangelisti nella disposizione originale: in alto l`aquila, ai lati il leone e il bue, in basso l`angelo. Il Vescovo Lascaris ricorda nella Chiesa di San Givanni Battista 5 altari: di S. Giovanni, del Rosario, di S. Rocco, di S. Carlo e della confraternita del Sacramento. xxxhd