Descrizione
La frazione di Castel Santa Maria è attualmente situata nel territorio del Comune di Cascia ma fino al 1816 è appartenuto a quello di Norcia, lungo l’antichissima via di comunicazione fra il Piano di Santa Scolastica e la Sabina interna. E’ infatti a km 13 da Norcia sulla via di Rieti, nell`antico vocabolo di Collefitto, punto dominante l’intero altopiano (m 1169 s.l.m.); precede di poco l’abitato di Castel Santa Maria.
Nel luogo dove venne costruito il tempio (vocabolo Collefitto), nel XV sec., sorgeva un sacello (membro di S. Angelo di Savelli e di conseguenza dell`Abbazia di Farfa) con l`immagine della Beata Maria Vergine; questo adunava intorno a sé la devozione di molti fedeli.
Il tempio Venne costruito fra il 1565 e il 1571 dopo un miracoloso avvenimento. Per un miracolo avvenuto ad un contadino perduto per tre giorni in una bufera di neve nei pressi e ritrovato incolume dai paesani, il sacello prese il nome di Santa Maria ad Nives.
Grande fu l`entusiasmo del contado per il miracolo della Madonna di Capofitto ed il concorso dei fedeli fece trasformare il sacello in un tempio maestoso. Nella nuova costruzione si ebbe cura di salvare la parete affrescata del sacello in prospetto al nuovo altare e di dipingere sulla balaustra dell`organo l`episodio prodigioso che dette origine alla nuova Chiesa.
La nuova Chiesa dedicata alla Madonna della Neve, di ispirazione bramantesca, si presentava come un edificio a pianta ottagonale, interamente rivestito in pietra. Il Santuario, detto tempio dalla tradizione popolare, rientra nei dettami dell`architettura sacra cinquecentesca (Rinascimentale) e costituisce un esempio fra i più notevoli della politica di rinnovamento degli edifici sacri orientata, secondo le prescrizioni della Controriforma, verso forme nuove e più funzionali spesso indirizzate a favorire il culto mariano.
La comunità esaminò molti progetti (1565), ma visto un progetto del Bramante, non realizzato per San Pietro, si optò per questo. La chiesa è a croce greca, iscritta in un quadrato, ridotta ad unità dal cerchio della cupola, impostata su quattro arconi irraggianti i bracci absidali e saldati a quattro piloni angolari.
Esternamente si presenta a membranature ottagono, mentre nell`interno mostra la chiarezza delle linee curve, racchiudenti la pianta a croce greca. Il progetto bramantesco di 50 anni prima fu attuato senza varianti. Tre facciate ed un`abside, tre portali simmetrici di cui uno immette in sacrestia. Tutto in armoniosa e conclusa semplicità, rinascimentale austero e anacronistico. Le otto facce esternamente sono delimitate da pilastri angolari a capitelli compositi a sostegno della trabeazione, che circonda sotto il tetto, l`intero fabbricato.
In un piano più arretrato si eleva il tiburio ottagonale con oculi in quattro lati alterni. Esso è sormontato da una lanterna aperta da tutti i lati con piccole feritoie. Da un lato è il campaniletto a vela, con bifora. La pietra usata è squadrata a conci regolari combacianti, di tipo calcareo poroso; facciate ad un solo ordine, pilastri angolari semplici, con capitelli svariati d`avifauna. I due portali sono ad arco a tutto sesto, sorretto da pilastri scanalati, con capitelli corinzi. Negli angoli curvilinei sono scolpite due rose. Ai lati dei portali si aprono due nicchie centinate e, al di sopra, due finestre rettangolari strombate, sormontate da timpano classico.
L`interno della Chiesa della Madonna della Neve è raccolto per il senso chiaroscurale dato da maggiore luce nella parte alta. Sull`altare maggiore c`è l`affresco della Vergine entro baldacchino ligneo, riccamente adornato e dorato. Esso presenta nicchie, pilastri, mensole, fasce, girali e beccatelli (sec. XVI). I nicchioni sono affrescati dai pittori Angelucci di Mevale, dal 1570 al 1584, con questa successione:
L`Assunta (Camillo e Fabio, 1570); la Natività (Camillo: 1573); la Visitazione (Camillo : (1574) ; la Crocifissione (Camillo e Fabio: 1576); la Trasfigurazione (Fabio: 1580); Rosario (Fabio e Camillo: 1584).
Nell`area in cui sorge la Chiesa sono presenti i segni di insediamenti preesistenti. Sono infatti visibili blocchi di notevoli dimensioni reimpiegati nella fabbrica dell`edificio; tra questi ultimi degno di nota è un cuneo che presenta un andamento curvilineo sulle due facce opposte. Di particolare interesse è poi un blocco di calcare locale in prossimità della Chiesa.
L`andamento e la sovrapposizione degli elementi lasciano supporre che si tratti del blocco di una cornice di coronamento architettonico, probabilmente di età romana. Sicuramente di età romana è il rocchio di colonna scanalata ricomparso sotto la mensa dell`altare maggiore dopo il terremoto del 1979. If your ID fails to scan it means it has a missing barcode. You may have to use a working fake ID website which sells fake IDs with a working barcode and holograms.
NOTE - il terremoto del 1979 l`ha praticamente rasa al suolo. Sono rimaste solo alcune pareti laterali con gli stupedi affreschi che purtroppo, solo pochi anni fa, hanno deciso di proteggere con delle lastre di plexiglas.