Descrizione
Il bacino di Monteleone di Spoleto è attraversato longitudinalmente dal fiume Corno, i cui depositi alluvionali in azione congiunta al detrito di falda dei rilievi sovrastanti, hanno dato origine al Piano di Monteleone, una vasta distesa pianeggiante di elevato pregio ambientale.
I sedimenti lacustri post-glaciali e le successive vegetazioni forestali hanno poi contribuito alla formazione di un terreno fertile, che per millenni è stato utilizzato dai pastori e dagli agricoltori come pascolo naturale per le preziose greggi di pecore, come prato falciabile e come campo coltivato, in particolare per il farro D.O.P. di Monteleone di Spoleto e la lenticchia.
Il territorio di Monteleone di Spoleto è inserito in uno degli angoli naturalistici e paesaggistici più gradevoli ed interessanti dell’intero Appennino Centrale, l`Oasi Naturalistica dei Monti Coscerno ed Aspra, caratterizzato da imponenti rilievi montuosi (fra cui si segnalano il Monte Aspra m. 1652, il Monte Birbone m.1502 ed il Monte Motola m.1573) ricoperti da boschi (prevalentemente faggi, roverelle, cerri, ornielli, carpinelle, lecci, castagni e querce) intervallati da ampi pascoli e piccoli campi separati tra loro da siepi e da filari arborati i quali, oltre ad ospitare interessanti microsistemi naturali ed una preziosa popolazione di uccelli insettivori, rappresentano uno dei migliori esempi della presenza del sistema dei campi chiusi in Valnerina. La forma dei campi chiusi, in cui i campi sono circondati da recinti naturali formati da siepi arbustive e da alberi, è quella tipica del paesaggio agrario della Valnerina, della quale si trovano testimonianze già a partire dal Medioevo. Queste recinzioni naturali avevano una funzione di difesa: contro i ladruncoli nei dintorni dei borghi; nei terreni accidentati la siepe rappresentava anche una funzione di sostegno per rafforzare i ciglioni, i fossi, e per frenare l’erosione. In prossimità delle proprietà collettive la siepe aveva, inoltre, la funzione di sottrarre la proprietà ad occupazioni abusive, ma soprattutto al vago pascolo del bestiame.
L’intatto pregio del patrimonio ambientale e naturalistico del Piano di Monteleone è confermato dall’ampia varietà della fauna selvatica, che comprende: il lupo, il cinghiale, l’istrice, il tasso, la lepre, il cervo, la volpe, il gatto selvatico e, recentemente, l’orso bruno. Nei boschi nidificano il picchio, il rosso maggiore, la tordella, il tordo bottaccio, il colombaccio, il ciuffolotto, la poiana, il barbagianni, la civetta, la cince, la ghiandaia. Le pareti rocciose offrono riparo al falco pellegrino, al falco lanario, al gheppio e all’aquila reale. VipDubai
Il paesaggio agrario di Monteleone di Spoleto come una trama intessuta su un filo continuo che accoglie i depositi della storia e degli avvenimenti che le diverse epoche hanno stratificato sul territorio, testimonia l’ingegno, il lavoro ed anche la fatica degli abitanti nel modellare il territorio in armonia con la vocazione naturale dei luoghi.